A scuola con Gianfranco Zavalloni

Dal 1 settembre 2016 il nostro Istituto ha accolto nella sua intitolazione il nome di Gianfranco Zavalloni, maestro e dirigente scolastico, creativo ed ecologista, appassionato divulgatore della sua visione pedagogica, “amico” del nostro Istituto Comprensivo.

 La scuola come piacere – Il lancio degli anelli

CHI ERA GIANFRANCO ZAVALLONI

Gianfranco Zavalloni è stato per 16 anni maestro elementare, poi dirigente scolastico a Sogliano al Rubicone in Romagna, e dal 2008 al 2012 responsabile dell’Ufficio Scuola del Consolato d’Italia di Belo Horizonte, in Brasile.
Ecologista, uomo di pace, burattinaio per passione, teorico della “pedagogia della lumaca” come della “contadinanza” attiva, GFZ come amava firmarsi, ha scritto molti testi sulla scuola creativa, l’ecologia, la scuola di pace, curandone spesso anche le illustrazioni. Gianfranco Zavalloni è scomparso a soli 54 anni, nel 2012, a Cesena.

CAPPUCCETTO, IL LUPO … E LA LENTEZZA

(il testamento che Gianfranco Zavalloni ci ha lasciato)

Amo le fiabe, amo i burattini. Nei 33 anni di esperienza da educatore, maestro e dirigente scolastico la passione per fiabe e burattini è stata una costante. E anche oggi, dall’alto di un boccascena del teatro dei burattini, se chiedessi a bimbi e bimbe qual è la storia che desiderano vedere, il 99% delle risposte (ne sono sicuro) sarebbe “Cappuccetto Rosso!!”. Evidentemente c’è qualcosa di universale. C’è un momento della fiaba (nella mia versione burattinesca) che mi affascina particolarmente. É il momento in cui il lupo, dopo aver divorato la nonna e cappuccetto rosso, si concede un meritato riposo. A quel punto il cacciatore, dopo aver aperto la pancia al lupo e fatte uscire le malcapitate, con l’aiuto dei bambini riempie di sassi la pancia del lupo per poi ricucirla. Al risveglio il lupo, con la pancia appesantita dai sassi, viene investito dal vociare dei bambini che gli evidenziano la realtà: la pancia è piena di sassi. Ma lui non crede a queste “frottole” e pensa che sia una semplice indigestione, pesantezza di carne umana, ingerita voracemente senza masticare.

Ebbene quel lupo, il 18 ottobre scorso, improvvisamente, ero io.

Pensando ad una possibile indigestione, dopo una notte passata con un doloroso mal di pancia, mi sono recato ad uno dei pronto soccorso di Belo Horizonte. E dopo diverse ore, con la pancia piena d’acqua per favorire l’esame, mi sono sottoposto ad una ecografia. L’esito è stato immediato: qui ci sono un po’ di sassi da togliere, ha sentenziato il medico chirurgo. Così, come il lupo contesta i bimbi e le bimbe rispondendo loro “..non è vero, non è vero, state scherzando, mi prendete in giro!!”, così anch’io non volevo crederci. E dentro di me pensavo: “si sono sbagliati, la diagnosi è inesatta!”. Ma la realtà a volte è cruda. Dopo poco più di un mese, il 2 dicembre, sono entrato (come il lupo poi entra nel pozzo per bere) in una sala operatoria dell’Ospedale S.Orsola di Bologna. Tre chirurghi e una schiera di collaboratori hanno lavorato per 9 ore e mezza per togliere dalla mia pancia tutti i sassi grossi (un rene, il surrene, una enorme massa tumorale, un trombo formatosi nella vena cava..). Sono restati tanti piccoli sassolini sparsi qua e là. Ma questa è già la storia di Pollicino oppure quella di Hansel e Gretel.

Cosa c’entra tutto questo con la pedagogia della lumaca? Lo si capisce dalla morale della favole (per una volta la morale, tipica delle favole, la adattiamo anche ad una fiaba). É semplice, siamo nella essenza della “lentezza”. Ecco in sintesi:

  • FERMARSI: non siamo solo noi a deciderlo. A volte è la vita stessa che ci dice “adesso basta! ti devi fermare”. Una fermata inattesa, non prevista, che siamo costretti a fare.
  • AFFIDARSI: ci dobbiamo fidare, dobbiamo affidarci. E dobbiamo collaborare, poiché da soli non ce la si fa.
  • SEMPLIFICARE: i gesti quotidiani rallentano. E si torna bambini; si fatica a respirare, bere, mangiare, andare in bagno, lavarsi il viso…
  • CURARSI: i rimedi chimici, quelli naturali, il cibo quotidiano… da scegliere, selezionare, calibrare, confezionare con le proprie mani, con pazienza.
  • RINGRAZIARE: mia moglie Stefania (vero angelo custode), i miei familiari, gli amici vecchi e nuovi, vicini e lontani. Un insieme di solidarietà fatta di gesti, pensieri, preghiere. Si è vicini anche se a volte lontani fisicamente.

Piú lentezza di questo! La nostra vita cambia e si tocca concretamente il senso del limite: la piccolezza di noi esseri umani.

Gianfranco Zavalloni

Per approfondire:

I diritti naturali dei bambini

Esplorando i mondi di Gianfranco Zavalloni: tra ARTE, ORTI e ARTI.

Siti su Gianfranco Zavalloni:

ER Scuola – Focus scuola – I diritti naturali dei bambini

Scuola creativa

Blog di Gianfranco Zavalloni

 

Giocarsì – I quaderni della Lumaca

“Molto spesso, in questi ultimi tempi, ci si ritrova a riflettere sul problema dei diritti dei bambini e delle bambine. . Credo infatti che sia importante fare memoria, cioè ripensarci noi bambini, ripensare a quando noi eravamo bambini e bambine. “

G. Zavalloni

Il nostro Istituto ha realizzato dei laboratori ispirati a Gianfranco Zavalloni e una di queste esperienze è stata menzionata nella prossima settimana.

La classe 4 ^ B della scuola primaria “Fontanelle”, ora 5 ^ B, ha svolto un progetto in cui tutti i bambini, accompagnati dalle insegnanti e da un esperto, hanno realizzato con le loro mani un gioco semplice dei tempi passati: il gioco degli anelli.

L’esperienza è stata riassunta nell’articolo redatto dall’insegnante  Pratelli G. e pubblicato sul libro “Giocarsì – I Quaderni della Lumaca” che si allega di seguito.

Buona Lettura!